Lamborghini Miura: un classico per ogni appassionato di supercar

Lamborghini Miura

Sono poche le auto che fanno emozionare un appassionato di motori solo quando se ne nomina il nome. La Lamborghini Miura è una di queste. Non si tratta infatti di una supercar come tante. Per molti questa vettura rappresenta “la supercar” per eccellenza ed antonomasia.

Stiamo infatti parlando di una vera e propria icona, entrata ormai nella nostra cultura moderna con una linea che ha saputo affascinare intere generazioni, superando il test del tempo che tante altre auto sportive hanno invece fallito.

L’esordio del telaio esposto al Salone di Torino del 1965

La prima apparizione della Miura avvenne sotto forma di un telaio, presentato per al Salone di Torino del 1965. Il fondatore della casa automobilistica Ferruccio Lamborghini aveva posseduto diverse Ferrari e autovetture sportive, quando pensò di poter progettare un’auto migliore. Al tempo i due principali protagonisti del settore in Italia erano Ferrari e Maserati, un elemento che aiuta a comprendere l’audacia della sfida nella realizzazione di un modello superiore alla concorrenza.

Il capolavoro della storia dell’automobile fu realizzato tutto d’un fiato. Il disegnatore Marcello Gandini riuscì in pochissimo tempo a dare un vestito al telaio dell’auto, realizzando le inconfondibili linee che conosciamo oggi. Il nome Miura deriva invece da un allevatore iberico di tori da combattimento, Don Eduardo Miura Fernandez. Lamborghini era infatti nato sotto il segno zodiacale del toro ed era appassionato di tauromachia.

Vista laterale
Vista laterale

Il design della Miura e le linee senza tempo

Dal punto di vista del design esterno a colpire sono le curve sinuose della vettura, con le famose “ciglia” poste attorno ai fari anteriori. Frontalmente colpiscono le prese d’aria ed il lungo cofano sportivo proteso in avanti, mentre ai lati due grandi passaruote evidenziano quanto l’auto risulti “schiacciata a terra”. D’altra parte, l’auto è alta poco più di un metro e non è un caso se per entrare nell’abitacolo sia necessario quasi calarsi dall’alto. Anche le altre misure sono da vera sportiva. Lunga 4,39 metri e larga 1,78 metri, la vettura domina la strada con una aerodinamica in grado di trasmettere un senso di velocità.

Anche l’abitacolo emana sportività sin dal primo sguardo. La seduta di guida è bassa ed il volante sportivo richiama espressamente le corse automobilistiche.  La strumentazione posta dietro al volante e nella parte centrale della plancia richiamava in modo evidente le vetture da gara. Lo spazio a disposizione del guidatore e del passeggero era adeguato, ma ovviamente la vettura non era pensata per la comodità. Piuttosto per trasmettere l’emozione di un motore d’eccezione, che scaricava tutta la propria potenza nella guida su strada.

Il motore della Lamborghini Miura

Nella Miura il motore è centrale trasversale, composto da 12 cilindri per una cilindrata di 3929 CM3. La potenza massima erogata è di 385 Cavalli e 283 KW. Il cambio era manuale a rapporti, mentre l’auto era in grado di raggiungere i 100 chilometri orari da ferma in appena 6,7 secondi, un vero e proprio record per gli standard del tempo. La velocità massima era invece di 280 chilometri orari.

Vista posteriore
Vista posteriore

L’evoluzione della meccanica portò al succedersi di diversi esemplari, rispetto alla prima vettura presentata a Ginevra. Si passò dalla P400 alla P400S (con potenza aumentata a 276 KW), fino alla P400SV. Non si può dimenticare poi la versione Jota (pensata per la competizione) e la SVJ. Infine, è stata prodotta anche una Roadster, in grado di aggiungere l’esperienza della guida all’aria aperta a quella garantita tradizionalmente dalle altre versioni dell’auto.

Miura: conclusioni, prezzo della vettura e considerazioni finali

Nonostante i tanti anni passati dalla sua uscita, la Lamborghini Miura continua ancora oggi a restare fermamente al centro dei desideri di ogni collezionista di auto sportive. Non è un caso se per mettere nel proprio box questa leggenda del settore automobilistico sia necessario prepararsi a sborsare anche milioni di euro per i modelli più rari. All’uscita l’auto costava invece 7,7 milioni di lire, corrispondenti a circa 75mila euro di oggi. Un prezzo che fa decisamente riflettere rispetto ai listini che caratterizzano attualmente le più recenti super car.

La produzione iniziò nel 1966 e incontrò subito difficoltà a soddisfare una forte domanda da parte del pubblico, terminando nel 1973. In occasione del 40mo anniversario dalla nascita, la casa automobilistica Lamborghini creò anche un concept (non dotato di motore), al quale non seguì però l’avvio della produzione e l’effettiva introduzione sul mercato. È quindi così che per tutti gli appassionati di motori la Miura resta e resterà soltanto una.

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